
IPERTENSIONE
Di cosa si tratta?
Per ipertensione si intende l’aumento persistente della pressione arteriosa oltre un i valori limite, che sono 130 mmHg per la massima (o sistolica) e 80 mmHg per la minima (diastolica).
Perché è pericolosa?
L'ipertensione è una patologia che se non gestita dà luogo a conseguenze: il mantenimento di valori pressori elevati, infatti, promuove l’aterosclerosi e danneggia in maniera lenta e irreversibile alcuni organi molto delicati, come il cuore, il cervello e il rene.
Come la puoi riconoscere?
L’ipertensione, soprattutto nella fase iniziale, non comporta sintomi e questo è un aspetto determinante, sia perché spesso viene diagnosticata in maniera casuale, per esempio in occasione di un controllo, sia perché le persone sono poco motivate a curarla.
Si consiglia di controllare la propria pressione almeno una volta l’anno.
COSA DEVI FARE?
- Parla spesso con il tuo medico per capire come sta procedendo la tua pressione.
- Controlla la pressione ogni giorno, al mattino, alla stessa ora e nelle stesse condizioni (per esempio a riposo, prima di colazione) e annota i valori su un diario.
- Riduci il consumo di sale e aumenta quello di frutta e verdura.
- Se sei sovrappeso chiedi consiglio per raggiungere il tuo pesoforma.
- Evita la sedentarietà, per esempio imponendoti di camminare a passo sostenuto mezz’ora tutti i giorni.
QUAL è IL RUOLO DEL MEDICO?
Innanzitutto il medico, una volta rilevato un valore di pressione elevato o fuori norma, deve accertarsi che non sia stata una scoperta occasionale:
non basta, infatti, un solo valore anomalo per fare la diagnosi di ipertensione, ma occorrono più misurazioni.
Una volta confermata la diagnosi, il medico valuta l’approccio più idoneo per ogni persona. Il primo provvedimento consiste nel correggere lo stile alimentare e di vita (per esempio ridurre il sale, evitare gli alcolici, praticare attività fisica, tenere sotto controllo il peso. Se questo non è sufficiente a riportare la pressione nella norma, nei casi più difficili o di lunga durata il medico preferisce di solito associare più farmaci, fino a riportare la pressione, se possibile, a valori normali (la massima sotto 130 mm Hg e la minima sotto 80).
QUANTO DURA LA TERAPIA?
Generalmente la terapia antipertensiva deve essere proseguita tutta la vita: se la si sospende, infatti, la pressione tende a ritornare ai valori iniziali nella maggior parte dei casi. Tuttavia, quando la terapia consente di raggiungere un adeguato controllo pressorio per un lungo periodo di tempo, si può prevedere di ridurre con gradualità – e sotto regolare controllo medico – il numero e/o il dosaggio dei farmaci, soprattutto se si mantiene uno stile di vita sano.

COSA SUCCEDE SE NON SI ASSUMONO I FARMACI IN MANIERA CORRETTA?
La scarsa aderenza alla terapia impedisce il controllo dei valori pressori e, come dimostrato da diversi studi, aumenta in maniera rilevante il rischio di eventi cardio e cerebro-vascolari, quali infarto miocardico, malattia coronarica, scompenso cardiaco e ictus, che invece possono ridursi dal 38 fino al 47%.
RISCHI DELLA NON ADERENZA ALLA TERAPIA
Nei pazienti ipertesi si rischia di non raggiungere i valori ottimali di pressione arteriosa con un rischio maggiore di eventi cardio e cerebro-vascolari.
IL RISCHIO DI INFARTO, SCOMPENSO CARDIOVASCOLARE E ICTUS SI RIDUCE FINO AL 47%
SE LA TERAPIA PER L’IPERTENSIONE VIENE SEGUITA PUNTUALMENTE.

DISLIPIDEMIA
Di cosa si tratta?
Con il termine dislipidemie si intende una serie di alterazioni della quantità di lipidi (grassi) nel sangue, in particolare un aumento del colesterolo totale (sia HDL che LDL) oltre i 200mg/dl e/o dei trigliceridi.
Perché SONO pericolose?
Alti livelli di colesterolo aumentano il rischio di malattie cardiache e ictus e nel mondo un terzo dei casi di infarto è attribuibile al colesterolo alto.
Le dislipidemie accompagnano anche alcune malattie come il diabete.
Come la puoi riconoscere?
Non ci sono segni distintivi particolari che consentano di riconoscere le displidemie: quando se ne manifestano le conseguenze, per esempio la formazione di una placca aterosclerotica (cioè il deposito di colesterolo e grassi all’interno di un’arteria), significa che si è già consolidato un danno. Si consiglia di fare un esame del sangue, che include colesterolemia totale, colesterolo “buono” (HDL) e colesterolo “cattivo” (LDL), perché è il migliore strumento di prevenzione. Sarebbe opportuno effettuare un controllo periodico, per esempio, una volta l’anno, sulla base del consiglio del medico.
COSA DEVI FARE?
- Chiedi al tuo medico qual è la dieta più indicata. In generale si consiglia di ridurre il consumo di grassi animali e alcol e di mangiare il pesce: circa un terzo del colesterolo, infatti, proviene dall’alimentazione
- Pratica attività fisica (per esempio cammina mezz’ora al giorno, segui un corso in palestra)
- Prediligi una vita all’aria aperta
- Tieni sotto controllo il peso
- Controlla periodicamente colesterolo e/o trigliceridi
QUAL è IL RUOLO DEL MEDICO?
Spetta al medico cercare di riportare colesterolo e/o trigliceridi nella norma per evitare le conseguenze più serie, come infarto e ictus.
Esistono numerosi farmaci per controllare il colesterolo, tra cui i principali sono le statine, che agiscono bloccando la produzione di colesterolo da parte dell’organismo, che tende ad aumentare con l’età e, in particolare nelle donne, in menopausa.
QUANTO DURA LA TERAPIA?
Se gli esami confermano un valore di colesterolo e/o trigliceridi alterato, DOVRAI OSSERVARE UNO STILE DI VITA SANO E SEGUIRE LA TERAPIA PER TUTTA LA VITA.

COSA SUCCEDE SE NON SI ASSUMONO I FARMACI IN MANIERA CORRETTA?
Se non segui la terapia del medico, puoi incorrere in un aumento del rischio di infarto, ictus e morte. In presenza poi di altre condizioni o malattie (per esempio diabete), poi, tale rischio diventa ancor più importante.
Purtroppo, è documentato che buona parte della popolazione
ha livelli di colesterolo “cattivo” (LDL) più elevati
rispetto ai limiti consigliati, il più delle volte,
a causa dello scarso rispetto della terapia del medico.
RISCHI DELLA NON ADERENZA ALLA TERAPIA
I pazienti con alti livelli di colesterolo che non aderiscono alla terapia mettono a rischio la propria salute. La mortalità e gli eventi cardiovascolari maggiori aumentano nei pazienti con scarsa aderenza alla terapia. Dopo un infarto cardiaco il rischio cresce dell’80% se non si segue la terapia.
Non seguire correttamente la terapia per il diabete comporta un controllo inadeguato della malattia e la comparsa di più complicanze.
Bibliografia


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