Cosa chiedere
Cosa chiedere al medico
Pressione o colesterolo elevati?
Seguire la terapia è fondamentale.
Fondamentale, in ogni caso, è il ruolo del medico, che, per quanto possibile, dovrebbe mantenere un atteggiamento proattivo, adattare, se necessario, gli schemi terapeutici (per esempio semplificandoli) e potenziare la comunicazione e il rapporto fiduciario con il paziente.
A quest’ultimo spetta l’onere di rispettare le prescrizioni ma anche di sottoporre eventuali dubbi o quesiti, per non lasciarsi prendere dall’ansia e incorrere magari nella tentazione di sospendere o modificare arbitrariamente il trattamento.
Per mantenere l'aderenza
è dunque fondamentale che il paziente sia:
- informato della propria malattia e delle sue possibili conseguenze
- consapevole degli obiettivi da raggiungere
- coinvolto nella scelta della terapia e motivato a seguirla
- invitato a rivolgersi al medico per qualsiasi necessità.
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Le 8 DOMANDE CHIAVE
da sottoporre al medico
1
Non noto effetti o miglioramenti:
come posso capire se la terapia sta realmente funzionando?
L’ipertensione (pressione alta) o l’ipercolesterolemia (colesterolo alto), per esempio, non danno sintomi fino a quando non comportano danni seri e irreversibili: per questa ragione alcuni potrebbero non sentirsi motivati a seguire la terapia, a maggior ragione se non ne rilevano benefici concreti. Soltanto il medico, quindi, può confermare che essa sta funzionando o, in caso contrario, modificarla.
2
Mi sento meglio: devo continuare la terapia?
La percezione di un maggior benessere non deve trarre in inganno: le sensazioni soggettive, infatti, non sempre coincidono con quelle che il medico è in grado di cogliere attraverso la visita. Per questa ragione non è mai giustificato interrompere un trattamento sulla base di proprie valutazioni, senza prima essersi consultati con il medico. Una situazione classica è quella di un’infezione: la prima scomparsa della febbre non significa necessariamente guarigione e può non giustificare la sospensione dell’antibiotico.
3
COME DOVREI COMPORTARMI SE DOVESSI SALTARE UNA SOMMINISTRAZIONE?
Spesso sul foglietto illustrativo dei farmaci è specificato cosa fare se si dovesse saltare una dose: in alcuni casi, la si può assumere appena ci si rende conto della dimenticanza, ma in altri non è consigliabile “recuperarla”. Il medico può dare una risposta immediata a questo interrogativo o può aiutare a interpretare correttamente il foglietto illustrativo.
4
QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI CHE POTREBBERO COMPARIRE? come dovrei affrontarli?
Molti si spaventano nel leggere i possibili effetti collaterali riportati sul foglietto illustrativo. Benchè sia importante leggerlo, è altrettanto opportuno chiedere al medico quali disturbi potrebbero essere indotti dalla terapia, come riconoscerli tempestivamente e affrontarli in maniera corretta. Va infatti precisato che l’interruzione di un trattamento è l’ultima soluzione, ma in molti casi il medico può escogitare accorgimenti efficaci, come per esempio ridurre un dosaggio o modificare lo schema terapeutico.
5
QUALI SONO i segnali di cui dovrei preoccuparmi durante la terapia?
È importante conoscere la propria malattia e quali sono i risultati che si possono attendere ragionevolmente dal trattamento in corso. È altrettanto opportuno, però, sapere quali complicazioni o segni potrebbero presentarsi (indipendentemente dall’efficacia della terapia) in modo da riportarli subito al medico, che potrà così dare un pronto aiuto per affrontarli.
6
Faccio fatica a seguire la terapia. È possibile modificarla?
Quanto più un trattamento è complesso o fastidioso (per esempio la via iniettiva è più disagevole di quella orale) tanto più l’aderenza è difficile. Talvolta è possibile semplificarlo, per esempio ricorrendo a farmaci che consentono una sola dose al giorno piuttosto che somministrazioni multiple. Soltanto il medico, se informato di una personale difficoltà, che potrebbe anche semplicemente riguardare orari e modalità del trattamento, può proporre la soluzione più indicata, che invece non deve essere frutto di una propria iniziativa.
7
COSA DEVONO SAPERE I MIEI FAMILIARI? Come possono aiutarmi a seguire la terapia?
Farsi aiutare è d’obbligo, soprattutto per gli anziani, che possono avere difficoltà di memoria oppure devono assumere tanti farmaci. È bene allora chiedere al medico, se già non è sua iniziativa, come coinvolgere i familiari, in modo da renderli parte attiva nella propria terapia. Allo stesso modo è bene che essi siano informati degli eventuali effetti indesiderati e delle strategie da adottare in caso di dimenticanze occasionali.
8
DURANTE LA TERAPIA DOVRò FARE I CONTROLLI?
Sulla ricetta il medico riporta sempre la posologia, cioè il dosaggio (espresso dal numero di compresse), la frequenza (una o più volte al giorno, con eventuali orari) e la durata di un trattamento, che potrebbe anche essere cronico, e cioè per tutta la vita. Proprio in questo caso è lecito e doveroso verificare di tanto in tanto se la sua azione persiste: un esempio è il controllo periodico della pressione arteriosa. Chiedere al medico se sia opportuno effettuare un esame è utile non soltanto per accertarsi dell’efficacia del trattamento ma anche per rivedere la propria situazione clinica.
Bibliografia